Metodo Feldenkrais

Come esprimere al meglio (col corpo, con lo strumento, con la voce) ciò che si è, ciò che si vuole comunicare, cantare…Come  essere veramente in armonia con se stessi nella pratica artistica?
L’artista nell’ esecuzione della sua opera, tutto preso dalle esigenze di postura, di gestualità, di ascolto, di rispetto del testo musicale, può dimenticare il “benessere” del suo corpo a scapito dell’ espressione autentica di se stesso e delle sue emozioni.
Il metodo Feldenkrais consente una maggiore disponibilità all’ascolto di se stessi e una migliore fuidità interiore (fisica,emozionale e mentale), che permettono a ciascuno di ottimizzare le proprie capacità di consapevolezza e di espressione artistica.
Si tratta di un processo moderno ed originale, che al tempo stesso realizza l’antica massima della “mente sana in corpo sano”.
Questo metodo ricusa ogni connotazione  mistica e ogni astrattezza teorica. Consiste in una pratica del corpo, elaborata a partire dagli anni ’40 da M.Feldenkrais, ingegnere appassionato di arti marziali, che dopo un incidente al ginocchio cominciò ad interessarsi al funzionamento del corpo e del sistema nervoso.
La sua concezione parte dal convincimento che tutti i nostri movimenti e le nostre posture sono espressione di uno schema sensoriale e motorio già impresso nel nostro sistema nervoso. L’istruzione, le abitudini, eventuali ferite e le stesse guarigioni lasciano la loro traccia su questo schema, che a poco a poco perde la scioltezza e la duttilità proprie del bambino.
Lo scopo del metodo è ritrovare questa scioltezza, consentendo al sistema nervoso di pervenire ad organizzazioni di  movimento ignote o dimenticate. Pertanto lo schema senso-motorio,essendo inconscio,deve necessariamente passare attraverso la fase di “presa di coscienza” delle nostre abitudini e degli eventuali limiti. Questa consapevolezza si realizza attraverso il movimento.

Un percorso semplice e progressivo ci permetterà di affinare la percezione del nostro essere (percezione del nostro corpo, della sua posizione e dei suoi movimenti nello spazio) e di trovare modi  di muoverci più consoni alle nostre esigenze, meno faticosi e più efficaci per arricchire la gamma delle nostre emozioni ed ampliare le nostre capacità di azione.
Per tutte queste ragioni il metodo suscita grande interesse in tutti coloro che sono chiamati ad impegnare nella loro attività  il proprio corpo e le proprie sensazioni interiori,in particolare musicisti,ballerini,ed attori di teatro e in chiunque voglia ritrovare nel lavoro e nella vita quotidiana una postura più comoda e confortevole.

 

A proposito di Moshe Feldenkrais

 

Moshe

Nato in Russia nel 1904, all’età di 14 anni si reca in Palestina, dove rimane per circa dieci anni. Dal 1928 studia ingegneria all’ESTP di Parigi in un ambiente culturalmente stimolante e successivamente lavora in un laboratorio diretto da Frédéric Joliot ed Irène Curie (premi Nobel per la chimica nel 1932) e consegue la laurea in Scienze Fisiche. Dopo l’incontro con Jigoro Kano, il fondatore dello Judo, si impegna nella diffusione di questa pratica in Europa e nell’ambiente delle associazioni francesi, fondando il Jiu Jtsu Club di Francia; scrive vari saggi e consegue tra i primi in Europa la cintura nera di Judo.

Dalla formazione di fisico deriva la concezione del corpo come ente fisico, ovvero peso e massa organizzata nello spazio, un gioco di forze atto sia a stare fermo in posizione eretta sia a muoversi.
Dalla pratica del Judo trae un’idea del movimento efficace ed armonioso, tale da impegnare il minimo di energia. In questa convinzione pone il problema, lo esamina in tutti gli aspetti e lo inquadra in uno schema sintetico.
Un incidente al ginocchio,che non gli consente la completa funzionalità dell’articolazione, lo induce a valutare su se stesso la possibilità di recupero e a riflettere sul meccanismo interno al suo stesso corpo. Scopre, così, un mondo assolutamemte sconosciuto ed impegna l’intera sua vita ad approfondire tutte le conoscenze neuroscientifiche del tempo.
Osserva che la sua capacità di muoversi senza avvertire dolore dipende soprattutto dal suo stesso modo di muoversi, che potrebbe correggere con un semplice procedimento.
Grazie anche alle sue conoscenze in materia di pediatria, scopre il modo con cui i bambini imparano a muoversi e a questo si ispira per applicarlo a sostegno anche degli adulti.
Dopo la seconda guerra mondiale tralascia il mondo della fisica e dell’elettrotecnica per dedicarsi alla ricerca che porterà alla formulazione del METODO, impegnandosi nel suo insegnamento e nella divulgazione in Europa, negli Stati Uniti e in Israele, dove muore nel 1984.